#storiaanticatorrediiuso

Un soggiorno nella storia

La città di Matera, nei primi decenni dell’anno 800 d.c. faceva parte del Principato Longobardo di Benevento. Intorno all’anno 847 Matera, assieme a Bari e Taranto, fu occupata dagli Arabi. Essi ne fecero un vero e proprio Stato Islamico, l’Emirato di Bari, dipendente direttamente da Bagdad. L’esistenza di un castello longobardo, il cosiddetto Castelvecchio di Matera, è attestata per la prima volta in un documento dell’anno 867 all’interno delle “Cronache dell’Abbazia di Montecassino”, ove si riferisce che il Castello di Matera era “l’ultimo avamposto della conquista araba”. Proprio nell’anno 867 Matera fu liberata dagli Arabi ad opera di Ludovico II con le sue truppe bizantine, che arrivarono fino a Benevento. Voi siete sull’ANTICA TORRE di IUSO !

La data della sua costruzione è ignota ma sicuramente precedente all’anno 867 d.c., poiché facente parte del cosiddetto CASTELVECCHIO o CASTEL VETERE, l’antico sistema difensivo costituito da mura e bastioni a difesa della CIVITA di Matera, cioè il nucleo originario della città.

Attualmente, se dalla Piazza del Sedile si vuole giungere in Cattedrale si deve percorrere via Duomo.
Nel Medioevo essa era caratterizzata da due porte: in basso la “Porta de Iuso” col suo ponte levatoio e a duecento metri più avanti la “Porta de Suso”.
Entrambe le Porte, come quasi tutte le porte di Matera, erano affiancate su di un lato da una TORRE SCARPATA di DIFESA.

La Porta di SUSO è ancora presente e chiaramente visibile, mentre fu abbattuta la relativa Torre di SUSO, in occasione di un violento terremoto a fine millesettecento, essendo stata fortemente danneggiata.

riproduzione affresco (1709) palazzo arcivescovile<br/>matera ad opera dell’artista materano Mimmo Taccardi

L’assetto dell’antico sistema di difesa oggi risulta modificato: La Porta di Iuso, col relativo ponte levatoio, non esiste più.

Rimane tuttavia ancora presente la TORRE di IUSO, alla destra di chi sale via Duomo, seppur modificata nella sua parte alta dal passare dei secoli.

La TORRE di IUSO quindi, torre di difesa della Porta di IUSO col relativo PONTE LEVATOIO, nei secoli dell’alto e basso medioevo fu abitata e protetta da guardie armate con spade e lance e da abili arcieri con archi e balestre a difesa della città.

Il Conte Gattini, nelle “Note Storiche” a pag 378, cita la Torre di Iuso ricordando che essa, persa la funzione difensiva, fu per alcune generazioni l’abitazione della famiglia Troiano, la cui nobiltà risulta attestata da un documento notarile del 2 Gennaio 1464, redatto in pergamena, dal notar Staso Danese di Leone. In tale documento si fa menzione dell’ordine che il Re Ferdinando d’Aragona impartiva circa la restituzione dei beni ,confiscati da poco da parte del Principe di Taranto, al “nobilis vir” Troiano di Troiano.

Nel 1642 la Torre di Iuso fu venduta dai TROIANO e acquistata, per abitarci al suo interno, dal Capitano di Galera Fra Silvio Zurla di Crema, in qualità di Commendatore del Sovrano Ordine Militare di Malta.

La sua ARMA è di “Azzurro con tre merlotti”, ancora visibili sul portone della cantina di via Duomo che precede l’attuale ingresso alle abitazioni della Torre. Il suo stemma si può apprezzare ancor oggi all’interno del Santuario di Picciano, essendo codesto parte della “Commenda” di Matera e Picciano ,cioè del feudo comandato dai Cavalieri Templari fino al 1308 e dall’Ordine dei Cavalieri di Malta in seguito alla soppressione dell’Ordine dei Templari.

Fra Silvio Zurla fu abile e famoso luogotenente militare del Generale Supremo del Regno Fra Giovan Battista Brancaccio. Della sua abilità si racconta nelle cronache di Fasano, in cui venne con grande gratitudine attribuita proprio a Fra Silvio Zurla la vittoria sui 400 pirati Turchi invasori, avvenuta il 2 Giugno 1678.

Fra Silvio, infatti , aveva provveduto all’addestramento alle armi dei cittadini fasanesi ed eseguito inoltre una serie di modifiche all’assetto difensivo della città di Fasano. Ciò rese possibile una energica reazione della popolazione all’attacco, avvenuto peraltro di notte e di sorpresa e in assenza di mura difensive… Si riuscì ad evitare il peggio in quella scorreria, sebbene alcuni cittadini fasanesi fossero periti nell’attacco ed altri fossero stati rapiti e deportati come schiavi a Lepanto al fine di richiederne un successivo riscatto.

Stemma di Fra Silvio Zurla

Tornando ai fatti di Matera Fra Silvio Zurla restaurò la torre “a fundamentis” per viverci in sicurezza, atterrito dal fatto che il suo predecessore Fra Giovanni Mastiello fosse morto nel crollo di una casa ove egli abitava in altra zona della città, come risulta nell’atto del Notar Flaminio D’Ercole del 1641.

Fra Silvio Zurla abitò la Torre di Iuso per 43 anni e, come si legge in un epitaffio esistente nella chiesa della SS Annunziata di Picciano, morì a Picciano nel 1685, anzi… “partì per ricevere il premio eterno”.

La Torre permase di proprietà del Sacro Ordine Militare di Malta per oltre due secoli, come abitazione del Comandante.

Risulta che il suo 17° Commendatore, Fra Antonio Resta da Mesagne, nel 1788 la fece abbassare per “tema che la soverchia altezza minacciasse rovina”. L’ultimo Commendatore della Commenda di Picciano e Matera fu Fra Giuseppe Caracciolo; la commenda fu dapprima abolita, assieme ad altre sette, durante la Repubblica Napoletana e poi fu riconfermata il 17 dic 1839. Fra Caracciolo non poté tuttavia riprendere la commenda perché morì poco prima della sua restituzione.

Come è noto, le Commende dell’Ordine dei Cavalieri di Malta erano destinate a sparire e con le leggi del 1867 ebbero la stessa sorte dei beni ecclesiastici: divennero proprietà del neo-costituito Stato Italiano e furono messe all’asta per rimpinguare le casse dello Stato.

La Torre di Iuso fu acquistata dapprima dalla famiglia Volpe e successivamente da Don Tommaso Vizziello, Capitano delle Regie Guardie, per complessivi tremila ducati. Il Capitano, avendo contratto dei prestiti consistenti ai fini dell’acquisto, riuscì a venirne in completo possesso solo nel 1872. La Torre con i suoi relativi appartamenti è stata in possesso esclusivamente della Famiglia Vizziello e dei suoi eredi per ben 143 anni.

Attualmente la parte più alta è stata acquistata e restaurata a cura della proprietaria Architetto Alina Melli e di suo marito il Dott. Rocco Gentile. Il loro intento è stato quello di recuperarne, per quanto ancora possibile, la struttura architettonica ed evidenziarne il suo alto valore storico, seppur scalfito dal tempo e dagli adattamenti abitativi verificatisi negli oltre dodici secoli di Storia trascorsi.

#tradizionematera

La festa patronale

La Festa Patronale della Madonna della Bruna ha un suo rituale legato al cosiddetto "Carro". Esso consiste nel condurre la statua della Madonna dalla Cattedrale in Piazza Duomo, attraverso Via Duomo, al Centro della Città. Dal nostro giardino, attraverso il suo lungo balcone su Via Duomo, potrete assistere in tutta sicurezza ed in magnifica ed UNICA posizione a tutte le fasi della Festa , dalla sfilata dei Cavalieri al passaggio del Vescovo, del Clero e dei Fedeli, fino alla gestione dei facinorosi assaltatori del Carro, disposti a lottare fra di loro per accaparrarsene un frammento da esporre come cimelio in casa, segno del proprio coraggio e della devozione verso la Madonna.